sabato 30 aprile 2011

La perdita di tutto è un'ottima occasione per ricostruire qualcosa di migliore.

Sentimenti rigidi. Tengo tutto stretto per non lasciare uscire nulla.. lacrime, dolore, senso di fallimento. 
Non crollo, resisto. 
Corro ancora più forte e corro da sola, con i pugni ancora più chiusi, con i denti ancora più stretti, con il sangue ancora più congelato, con il cuore fermo. 
Non ascolto. Corro, sempre. 
Irrazionalmente non penso, non cerco spiegazioni e cerco di comprendere quello che accade nel modo in cui mi va di farlo. 
Empty. Strong and empty. 

lunedì 18 aprile 2011

"sono venuto per farti impazzire, questo sia chiaro
più dolce di un gelato, più forte di uno sparo
io sono come un sogno tu non puoi controllarmi
e quando ti risvegli non puoi dimenticarmi
spaziale come un razzo vado come un pazzo
e quando metto musica balla tutto il palazzo [...]



[...] se avessi le radici sarei un albero
e invece sulla terra posso muovermi
se fossi fatto in serie sarei un numero
e invece sulla terra sono unico
se avesse un’idea fissa sarei lapide
e invece sto vogando sulle rapide
se non cambiassi mai sarei una formula
e invece sono vino sulla tavola .."

(Lorenzo Jovanotti)




credo che questo ci racchiuda.

domenica 17 aprile 2011

Ora.

Non tutto è quello che si vede. Io prima di tutto credo in questo. 

La vita porta gli esseri umani in corridoi lunghi e a prima vista senza fine. La luce non sempre è davanti agli occhi, 
capita che non la si scorga nemmeno in lontananza. Ci sfida, ci mette alla prova, cerca di capire fino a che punto 
possiamo giocare. Cerca di capire quanto riusciamo a sopportare.
Cosa sto facendo? Quante altre volte devo picchiare la faccia contro il muro? Con chi ho deciso di giocare? 
Chi ho deciso di sfidare? Me? Quante altre volte devo sentirmi dire "fine."?
Chi sfido? Il mio cuore? La mia vita? Il destino? Non lo so.
Corro. Dove non lo riesco a capire.
Corro e mi faccio male.
Corro e mi faccio male sanza capire dove posso arrivare.
Corro ad occhi chiusi, orecchie tappate e pugni stretti. Corro. 
Tanto corro che non vedo più la gente attorno, l'allontano... vicina solo alle situazioni faticose, rumorose e 
silenziose, tristi. 
Mi allontano, mi chiudo. Non parlo, non racconto, non dico... tengo dentro e ignoro. 
Forse dovrei davvero fare quello, andare via.
Ma da me non scappo, io sono sempre con me.
La mia testa è sempre con me, I miei pensieri sono sempre con me, I miei ricordi sono 
sempre con me. La mia vita è sempre con me.
Da che parte bisogna partire per srotolare il filo, trovare lo strappo e rincominciare ad 
arrotolarlo in modo ordinato? Come si fa?
Non mi domando, ho esaurito le domande e ancor di più ho esaurito le risposte e le giustificazioni che sono sempre 
riuscita a darmi. Stanca. Silenziosa e stanca. 
Forse devo andare. Anche se non ho voglia, anche se preferisco stare qui,qui dentro, 
in questa casa, in questo letto... anche se tutti gli anche se del mondo, forse devo andare…
Forse la sua vita deve essere così, tra la sua famiglia la sua vita e senza di me.. 
..forse devo andare.

Felice della musica, della danza, della fotografia, delle Gilda... che vedo poco. 
La scelta di allontanarmi da loro, dalla mia casa, dalle mie cose. Corro. Penso. Fotografo.


venerdì 4 febbraio 2011

lunedì 24 gennaio 2011

Tornare a casa è sempre stato duro, tornare a casa e trovare una situazione faticosa rende tutto insopportabile.

Mi manca la tranquillità di Sai Gon, mi manca la gente pacifica con cui ero in giro, mi manca la leggerezza che aveva la mia vita, il mio modo di pensare, la mia capacità di pensare, qui non sono capace, qui tutti urlano, sempre, qui io non riesco. Io qui non ci voglio stare. 

Penso come al solito di aver sbagliato, di aver fatto una serie di scelte sbagliate che mi hanno portata qui. 
Sono talmente tanto consapevole di questo che potrei fare un'elenco, metterle forse in ordine cronologico, evidenziare tutti i bivi dove ho preso la strada sbagliata. 
La strada sbagliata, quella più faticosa, quella dove per avere un attimo di pace bisogna ingoiare vetro. 
"Ingoiare vetro"... questa combinazione di parole ritorna ridondante nei miei scritti da ormai troppi anni, talmente tanti che mi sono perfino stufata io sia di leggerla, che di scriverla e soprattutto di pensarla e sentirla. 

Mi manca l'aria, questo è.

Mi arrabbio, mi arrabbio con tutti.. corro tra le braccia di chi c'è ma cerco disperatamente le braccia di chi non c'è.. e mi arrabbio ancora di più. 
Stringo la Gilda, la stringo forte a me e penso che li sto bene, tra le sue zampe. 



mercoledì 19 gennaio 2011

Ritorno da un lungo viaggio

Dopo un viaggio a pensare e rivivere alcune esperienze vissute durante questo viaggio mi ritrovo a casa, sul mio divano con accanto la mia Gildolina che mi fa compagnia..
Come ogni volta il rientro nella mia solita quotidianità è difficile, mi fa male e mi fa sentire persa.
Vorrei ripartire domani. 
Cerco orecchie e occhi interessanti e interessati... cerco la sensazione di libertà che provo ogni volta che mi siedo su un aereo che decolla. 

Felicissima dei giorni passati, delle persone con cui ho avuto la fortuna di vivere questo viaggio..Sonia e Paolo che mi sembra di avere vicino da una vita... le braccia di Chicco attorno al collo che mi stringono mentre lui ride di gusto... Alice e la sua faccina furba e gli occhi curiosi... Luca, compagno di tutto. 
Penso alle persone conosciute e incontrate durante questi giorni... Stefano e Lucy, ex fotografi e cittadini del mondo da una vita, ripenso alla cura e all'impegno con cui regalano ( o si regalano) momenti felici stando in compagnia dei piccoli inquilini del Vin Son 1... Adele, fisioterapista migrata in oriente per aiutare (o aiutarsi..) ... tutte le coppie che hanno ricevuto la magia di una vita nuova e un cuore nuovo da amare..


A tutti loro..
Grazie.